“In Campo Diversi ma Uguali”: un calcio alle discriminazioni
“In Campo Diversi ma Uguali” è il nome dell’evento organizzato da AICEM Calabria per celebrare la “Giornata per le vittime dei crimini d’odio” all’insegna dei valori positivi dello sport, contro tutte le discriminazioni.
Odio e discriminazione purtroppo, vanno spesso di pari passo. E proprio per azzerare le discriminazioni il 22 luglio scorso è andato in scena “In Campo Diversi ma Uguali”, partita di calcio mista nella quale si sono messe in gioco persone di tutte le età. Perché proprio questa data? Il 22 luglio è la giornata scelta dall’Unione Europea per ricordare tutte le vittime dei crimini d’odio. La data è simbolica, in quanto risalgono al 22 luglio 2011 la tristemente famosa “Strage di Utoya”, episodio nel quale persero la vita più di 60 giovani, e l’attentato in contemporanea ad Oslo, tutto per mano della stessa persona.
“In Campo Diversi Ma Uguali”
Teatro dell’iniziativa è stato il campetto comunale di Parghelia. L’amministrazione comunale, attraverso il sindaco Antonio Landro e l’assessore allo sport Tommaso Belvedere (il quale ha anche preso parte al match), ha offerto supporto costante ai volontari di Aicem Calabria team Activ in Sport, organizzatori dell’evento. Il supporto è arrivato anche dalle società sportive della zona come l’ASD Academy Costa degli Dei, locale scuola calcio e il CUS Cosenza Calcio a 5 Femminile.
Una partitella mista, quella che di solito verrebbe descritta come un match “fra amici”. Ecco, forse le persone in campo non erano proprio “amici di vecchia data”, eppure lo sport è riuscito ancora una volta a fare una magia. Persone diverse, con diversi bagagli culturali, diverse esperienze di vita, uomini e donne, giovani e meno giovani sono entrati in campo con un solo obiettivo: giocare e divertirsi. E soprattutto con uno scopo: “dare un calcio” alle discriminazioni. Discriminazioni che sono rimaste fuori da quel campetto.
Perché “diverso” sembra essere sinonimo di “difettoso”?
È su questo che vogliamo focalizzarci oggi. Sulle parole “discriminazione” e “diverso”, spesso percepite come negative. Precisiamo, la discriminazione è sempre negativa, poiché mira all’emarginazione della persona, puntando sul suo essere e facendolo sembrare difettoso. Come fosse un oggetto. Come se avere una particolare forma del corpo sia sbagliato, come anche portare una cicatrice, vestire in un certo modo, avere la pelle di colore diverso o essere una donna, fossero dei difetti. Ma cosa c’è di brutto nel “diverso”?
L’importanza di agire e dello sport
A Parghelia non c’erano testimonial, non c’erano brand e non c’erano slogan, eppure lasciare fuori le discriminazioni e azzerare qualsivoglia tipo di differenza è stato facile. Si, anche se c’erano squadre diverse, su quel campo stavano tutti dalla stessa parte.
Quindi, ancora una volta, lo sport sembra portare un messaggio positivo e fondamentale, soprattutto in questo periodo in cui di discriminazione si è parlato spesso.
Forse, se davvero usassimo lo sport come metafora della vita, la vivremmo meglio, lasciando da parte tante cose che ci sembrano diverse. Troveremmo un obiettivo comune contro il quale fare squadra, e magari daremmo finalmente un vero “calcio” alle discriminazioni.