22 luglio 2011. Utoya, Norvegia. Una data ed un luogo che a distanza di anni evocano morte, terrore, brividi e pugni allo stomaco. Quel giorno 77 giovani furono uccisi su quell’isola del Lago Tyrifjorden, perché si erano riuniti con l’obiettivo di avviare dei dialoghi per costruire una società più aperta. L’attentato terroristico, compiuto da un trentaduenne norvegese, non segnò profondamente solo la Nazione scandinava ma anche tutto il Vecchio Continente. In quel 22 luglio 2011 l’odio verso chi si prodiga per un tessuto sociale più aperto e per chi crede che nella diversità si possa trovare una fonte di arricchimento personale raggiunse l’apice. Ma invece di spegnersi e consumarsi, ancora oggi continua a covare e a fare paura sotto una brace che è pronta a diventare fuoco. Per non dimenticare quelle 77 persone e per fermare il propagarsi dell’intolleranza sono nati dei movimenti e delle campagne. Su tutti citiamo il No Hate Speech Movement che, dopo quell’attentato, propose al Consiglio d’Europa di istituire una giornata per ricordare le vittime dell’odio. Quella giornata è proprio il 22 luglio.
Il Progetto “In Campo Diversi Ma Uguali”, nato con gli obiettivi di contrastare ogni forma di violenza, di favorire il rispetto delle diversità di genere e di ribaltare tutti quei comportamenti socio-culturali basati su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini, anche nel mondo dello sport, ha creato una serie di eventi per dire “mai più” un’altra Utoya. A Roma, Caserta, Firenze ed Agrigento i comitati provinciali di OPES, insieme ai rappresentanti degli altri partner dell’iniziativa (Divisione Calcio a 5 della L.N.D., AICEM e Sport Senza Frontiere – il progetto, si ricorda, è realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le pari opportunità ed ha ricevuto i patrocini del CONI, della Regione Lazio, dei Comuni di Firenze e Roma), hanno incontrato i giovani e le future generazioni per portare avanti quel processo di sensibilizzazione che stronca sul nascere la discriminazione e la violenza. Nella Capitale l’eco del No Hate Speech Movement è stato diffuso da In Campo Diversi Ma Uguali attraverso le parole e la voce del Presidente del Comitato provinciale OPES Roma, Alessandro Battisti. Al Centro Sportivo Bracelli Club i bambini, i giovani e gli adulti presenti hanno ascoltato con attenzione i motivi per cui il 22 luglio si ricordano le vittime dell’odio. Utoya è una ferita aperta che ancora sanguina e che non deve, per nessuna ragione al mondo, infettarsi. Il processo culturale per arrivare ad un’Europa tollerante ed aperta al dialogo è ancora lungo. Quello che è certo è che anche un piccolo evento ed una semplice giornata di sensibilizzazione possono cambiare la vita delle persone, inculcando dei valori speciali che saranno i capisaldi delle future generazioni europee.